Le Stinche di Firenze e l’elemosina della SS. Annunziata per i poveri carcerati

Scrisse Piero Bargellini in Le Strade di Firenze che “nell’angolo fra via Ghibellina e via dell’Isola delle Stinche un altro grande tabernacolo, d’architettura neo classica, disegnato nell’ottocento dall’architetto Digny, con un affresco di Giovanni da San Giovanni, annunzia la vicinanza d’un luogo di pena. Raffigura infatti un senatore delle famiglia Serristori, accompagnato da due magistrati, il quale alla presenza di Gesù, paga il riscatto per un carcerato.
Il tabernacolo segnava l’angolo d’un grande e tetro edificio denominato Le Stinche, dove si trovavano le prime carceri, diciamo così, funzionali della città. [...] Nel 1299 la Signoria deliberò di costruire con le pietre delle distrutte torri degli Uberti e sul terreno confiscato, un edificio carcerario moderno e razionale per quei tempi, che nel 1304 venne riempito per la prima volta con i prigionieri presi ne castello ghibellino dei Cavalcanti nel Chianti, chiamato Le Stinche. Per quei primi prigionieri il nuovo edificio venne detto delle Stinche ed Isola delle Stinche fu chiamato l’isolato che i fossati delle mura delimitavano”.

Da allora e nel corso di circa cinque secoli, il grande complesso edilizio dalla forma trapezoidale, chiuso da un muro cieco alto 18 metri, ospitò migliaia di infelici debitori, detenuti in attesa di giudizio o colpevoli di vari delitti. Nel 1833 le Stinche vennero vendute e trasformate in un insieme di quartieri, botteghe, sala di equitazione, scuderia e sala filarmonica. Verso il 1850 una parte diventò il grande teatro che dal 1901 fu intitolato a Giuseppe Verdi e che è tuttora in essere e funzionale.

Del carcere e del complesso primitivo restano solo dipinti, incisioni e carte.
Riguardo proprio agli scritti, riportiamo qualche reliquia inedita dei tempi del carcere, senza ambizione di completezza, ma come contributo a altri eventuali studi. In particolare troviamo interessante sapere che le Stinche medievali in alcune pergamene sono dette nel popolo (parrocchia) di San Simone, e che erano munite di un chiostro (1328), di un ospedale nell’infermeria (1336) – oggetto di doni o testamenti di pie persone –, e di una “curia” (1353).

Ebbero anche i loro addetti o ufficiali come si chiamavano allora. Nell’aprile 1369 in carica per sei mesi pronunziarono il debito giuramento al Comune di Firenze.
Questi soprastanti furono Lorenzo di Lapozzo, Lapo di Duccio dei Bucelli, Simone di Michele Ristori, Iacopo di dom. Rinaldo dei Gherardini. I custodi si chiamarono Nicolao di Lapozzo del popolo di San Nicola, Bartolo di Donato del popolo di Sant’Apollinare, Michele di Simone Ristori del popolo di Santa Maria Maggiore e Gherardino di Iacobo del popolo di Santo Stefano a Ponte.
Giurarono sui santi vangeli con la mano “corporalis tactis” di svolgere il loro incarico “bene et legaliter, bona fide et omni dolo et fraude remotis ...”.
Rogò l’atto il notaio Casciotto del fu Giovanni dei Casciotti.

Lasciando il medioevo e andando verso tempi vicini a noi, si trova in un registro del camarlingo della SS. Annunziata del primo decennio dell’ottocento, l’elemosina dei frati per i poveri carcerati delle Stinche, fatta in ossequio al comandamento divino di visitare e di avere misericordia dei detenuti in prigione. È un foglio stampato:

“Risulta dai libri, e memorie di quest’ufizio che codesto venerabil convento ha avuto la pia consuetudine di elargire annualmente a benefizio di questi poveri carcerati per debiti qualche elemosina per la ricorrenza del Berlingaccio [giovedì grasso].
Credo perciò esser mio preciso dovere il ricorrere nella attuali circostanze a risvegliare la sperimentata carità di V. P. M. R.da e di codesto convento, esponendole il non ordinario concorso dei debitori a queste carceri, nella lusinga che sia per compiacersi di continuare questa lodevolissima costumanza.
In attenzione delle sue grazie, o di sua responsiva, per mio discarico, passo a darmi l’onore di segnarmi col più distino rispetto
Di V. P. M. R.da
Dalla Cancelleria delle Stinche, lì 19 febbraio 1806.

[Segue aggiunto a mano:]
A dì 24 febbrario 1806
L’ufizio delle Stinche di Firenze ha ricevuto dai RR. PP. della SS. Annunziata di Firenze lire sei, soldi tredici e danari quattro per la consueta elemosina del Berlingaccio a benefizio dei poveri carcerati; recata in contanti dal molto reverendo padre maestro Giuseppe Savelli camarlingo, dice L. 6.13.4 [...] Giuseppe Bertieri cancelliere”.

Paola Ircani Menichini, 23 novembre 2024. Tutti i diritti riservati.




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